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Alagia

L'appartamento Alagia ha un facile accesso al nostro giardino e alla piscina. Salendo alcuni gradini si raggiunge un piccolo terrazzo privato e l'ingresso. Con 78 m2 Alagia è un luogo confortevole in cui tornare a casa. L'appartamento è spazioso con due camere da letto e due bagni. La grande camera da letto principale ha un letto queen-size con armadio a muro e scaffali. L'altra camera ha due letti singoli che combinati potrebbero funzionare come un altro letto queen size. Entrambi i bagni sono dotati di doccia, bidet, comò e lavandino. La cucina è completamente attrezzata con forno, piano cottura, lavastoviglie e frigorifero. Vengono forniti piatti, pentole, padelle, posate, bicchieri da vino, caffettiera e tazze da caffè. Il soggiorno e la zona pranzo sono riuniti in un'unica stanza. Lì trovi un tavolo che può ospitare 6 persone, un bar per caffè/tè, divano, cassettiera e TV. Il grande divano è un divano-letto.

Galleria

La storia di fondo

Chi era Alagia?

Alagia Fieschi (morta dopo il 1334) era figlia del conte Nicolò Fieschi e nipote di papa Adriano V. Sposò Moroello Malaspina negli anni Ottanta del Duecento ed ebbero cinque figli. Alagia sarebbe stata dimenticata se il marito non avesse ospitato Dante Alighieri. Il celebre poeta visitò Mulazzo nel 1307 dopo essere stato esiliato da Firenze. Come loro ospite, probabilmente ha soggiornato nel castello nel nostro giardino.

Alagia e suo zio Adriano V (con 38 giorni il papa in carica più breve di tutti i tempi) sono entrambi menzionati nell'opera più famosa di Dante, "La Divina Commedia". Questo poema narrativo è una visione fantasiosa dell'aldilà e rappresenta la visione del mondo medievale. Lo scrittore descrive i propri viaggi attraverso l'Inferno, il Purgatorio e il Paradiso. In Purgatorio incontra papa Adriano, che fu mandato lì come punizione per essere troppo ambizioso a livello mondano. Nel loro dialogo Adriano si rammarica dei suoi errori e menziona Alagia come “l’unica donna virtuosa” della sua famiglia e che spera che “preghi per lui” (Purgatorio, Canto XIX, 142-145). Naturalmente era proprio Dante ad avere tanta stima della sua ospite Alagia.

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